INSTALLAZIONE ad ARTE FIERA di PADOVA 2016
Trittico (tecnica mista su tela con inserimenti di materiali vari): 100cm x80cm x20cm.
I – Senza cielo, senza mare
II – Le insidie della partenogenesi
III – La mutazione salvifica
Collage fotografico: 36 foto 50cm x40cm
Presupposti
Se si dovessero definire in poche parole le caratteristiche della specie umana la risposta più immediata e forse definitiva è: la specie dotata di disumanità. Ed è anche l’unica specie che è in continua lotta contro se stessa per motivi “futili”. Eppure avrebbe le possibilità di essere “perfetta”. Il cervello dell’uomo è il più evoluto di tutti gli esseri. È libero, costruttivo, geniale. Ma in questo coesiste il razionale e l’irrazionale, il bene e il male. Per questi motivi l’homo sapiens si può considerare un “errore” nell’evoluzione generale. Impone confini essendo costretto a vivere sulla superficie terrestre perché non sa volare né sa respirare nell’acqua. Negli ultimi millenni ha ideato le barche per estendere i suoi percorsi sulla superficie dei mari dove, finora, non riesce a stabilire dei precisi confini. Di recente ha ideato delle macchine che lo aiutano a immergersi nelle acque e a volare nei cieli. In queste macchine vive come imprigionato. Quindi non sa abitare il cielo e il mare. L’uomo non sta bene con sé stesso e con gli altri esseri e per trovarne una giustificazione si è creato degli dei, umani o immaginari, di cui è succube. In nome di questi uccide sé stesso e i suoi simili. Per questo l’umano (homo sapiens) è probabilmente la specie destinata ad esistere per il più breve tempo nella storia del mondo. Nonostante la sua “intelligenza” si è incanalato nelle vie dell’emulazione, del gregarismo e della dipendenza. L’appartenenza a qualsiasi tipo di raggruppamento genera seguaci acritici, cloni, che quasi sempre costituiscono una maggioranza che emargina chi non pensa e immagina diversamente. Nelle tappe della sua evoluzione è giunto ad ideare e costruire i mezzi per autodistruggersi dirottando immense risorse verso questa follia. La domanda è: come può liberarsi da se stesso?
Realizzazione
Su una parete viene posto il trittico costituito da tre dipinti raffiguranti l’instabilità della Natura Umana, punto di passaggio tra uccello e pesce. Rappresentano i tentativi dell’Uomo di varcare la soglia per liberarsi dalla sua condizione “disumana” cui è giunto come animale più evoluto nella storia della terra. Il primo tentativo è di acquisire caratteristiche genetiche di pesce e di uccello. Il secondo è una gemmazione partenogenetica. Il terzo è il bacio di un essere giunto da lontano, come una fecondazione, per una metamorfosi salvifica. L’ambiente della tre mutazioni è limitato da una cornice oscura con barre che simulano prigioni. Su una parete contrapposta o nello sfondo del trittico una serie di immagini fotografiche di porte e finestre murate raccolte per le vie della città dell’artista. Le murature impediscono il passaggio dei corpi, della luce, dell’aria, dei colori, della fantasia. Ci chiudono dentro una storia che ci condanna. Quale risposta?
Forse una mutazione genetica così importante da estinguere la nostra specie e far nascere quella che potrebbe essere chiamata l’Homo Sapiens Bonus.
Silvano Biondani